pensando ad un’offesa per una donna l’ho chiamata “pu11ana”.
Immagina di camminare per strada, e improvvisamente uno sconosciuto si avvicina e inizia a farti commenti su quanto siano fighi i tuoi genitali. Magari ci mette pure le mani. Oppure, sei in una riunione di lavoro, stai parlando di un progetto e la tua boss ti interrompe per dirti che non riesce a concentrarsi perché la tua camicia attillata mostra troppo i tuoi bicipiti, e lo fa davanti a tutti.
Immagino ti sentiresti un po’ a disagio, giusto? Eppure, situazioni come queste capitano molto spesso alle donne, e troppo spesso vengono giustificate o minimizzate. Perché? Perché è normale commentare, toccare o infastidire una donna che non conosciamo?
Il problema è che ci hanno insegnato che noi “da uomini” dobbiamo sempre provarci, in ogni situazione. Dobbiamo far vedere che ci piace una donna, non possiamo perdere un’occasione. Ma è una mentalità che ci fa ridurre a macchiette, dove siamo tutti uguali, e che confonde una cosa che non dovrebbe essere confusa: flirtare e molestare.
Flirtare ha una regola base: il consenso. Significa che entrambi stanno al gioco, che si divertono e si sentono a proprio agio. La molestia, invece, è tutta un’altra cosa: è qualcosa che non è richiesto, che invade lo spazio dell’altro, che mette la persona a disagio o la fa sentire in pericolo. E no, non conta l’intenzione di chi lo fa, conta come lo vive chi lo subisce.
Le molestie le subiscono per lo più le donne, ed è semplice capire perché: è il frutto di un’educazione che ci ha insegnato che così deve andare, anche quando non ci viene naturale. Lo facciamo spesso per sentirci parte del gruppo, per non rischiare di essere giudicati dagli altri uomini che ci circondano, per far vedere che siamo come loro.
Prima di fare o dire qualcosa, fermiamoci un secondo e chiediamoci: “Sto invadendo il suo spazio? La sto mettendo a disagio?” A volte bastano due secondi di riflessione per capire che magari è meglio lasciar perdere.
Parliamone con le donne che conosciamo: chiediamo a madri, sorelle, amiche cosa provano quando qualcuno commenta il loro corpo senza che l’abbiano chiesto, o quando qualcuno le tocca senza permesso.
Rompiamo il silenzio: Se nessuno dice nulla, restiamo tutti imprigionati in un ruolo che non vogliamo davvero. Ma se uno inizia a cambiare, anche gli altri si sentiranno più liberi di farlo.
pensando ad un’offesa per una donna l’ho chiamata “pu11ana”.
dei miei amici mi hanno detto che delle ragazze erano tr**e e non li ho contraddetti.
ho detto che le donne sono tutte facili.
ho preso in giro una donna per il parcheggio e l’ho insultata
Ho provato a baciare una ragazza senza che mi abbia detto si
Condivido foto di ragazze nude sulle chat con i miei amici
Ti è mai capitato di fermarti un attimo e dire “BRO, questa cosa che ho detto era maschilista”?
Tra di noi ci sono certe cose di cui non si parla. Una di queste? Ammettere che alcune cose che facciamo sono dannose.
Iniziativa realizzata nell’ambito del progetto
La campagna BRO! Siamo tutti maschilisti è promossa da FORMA.Azione srl con il contributo creativo di Karen Ricci, a partire da “We’re all sexist, Bro!”, un’idea presentata al Civic Hackathon tenutosi a settembre 2024 dal team composto da: Aleksandra Dimitrova-Nenova, Enrica Perotti, Teodor Minchev, Lamprini Chartofylaka, Myrto Prodromidou.
Progetto GenderED Coalition — CREA-CROSS-2023-MEDIALITERACY – nr. 101136124.
Coordinato da
Con il patrocinio del Comune di Perugia
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